La ricaduta formativa e culturale.

Il punto di vista delle scuole

Enrica Morolli, è stata Dirigente Scolastico della S. M. S. Alighieri-Fermi di Rimini e ha promosso il progetto sin dai primi passi. Il suo ruolo è stato fondamentale sia dal punto di vista educativo, verso i proprio insegnanti e alunni; sia dal punto di vista istituzionale: una dirigente impegnata socialmente come lei ha dato evidenza e radici forti al progetto.

Tenere comunque alta la guardia

Il bullismo nella mia scuola non è un’emergenza, ma episodi di aggressività, di prevaricazione, di prepotenza possono verificarsi, per la difficoltà a relazionarsi legata all’età dei nostri studenti, ancora alla ricerca delle strade giuste.

Una scuola che non è lasciata sola

Abbiamo visto con piacere questi artigiani gelatieri che si interessano all’educazione delle giovani generazioni con la stessa attenzione con cui realizzano il loro prodotto. La gelateria, dove i ragazzi vanno autonomamente per il piacere di stare insieme e consumare un gelato, dove si danno appuntamento, è un luogo in cui la relazione adulto-bambino può diventare un rapporto formativo.

Non fare finta di niente

Spesso a servire ci sono ragazzi che hanno solo qualche anno in più rispetto ai giovani clienti, e se opportunamente formati possono incidere sui comportamenti sbagliati con un’osservazione appropriata, non bacchettona.

Farli essere protagonisti

Il progetto propone un percorso molto interessante. A scuola si svolgono laboratori teatrali gratuiti, accattivanti, condotti dall’esperto Marcello Franca. C’è grande cura nella scelta dei temi da affrontare, come l’accento posto contro la prepotenza di cui il bullismo è una manifestazione tipica, e il far emergere la consapevolezza che l’aggressività spesso nasce dalla mancanza d’un equilibrio nelle relazioni. Attraverso i laboratori i ragazzi hanno potuto esprimere creatività e fantasia, e anche indagare gli stereotipi, fino a dichiarare l’importanza dell’amicizia, della solidarietà, della possibilità di vivere felici in un ambiente buono. È un’esperienza che ai ragazzi piace molto e chiedono di ripetere.

Essere una rete di persone e istituzioni

C’è una grandissima collaborazione con gli insegnanti e l’animatore anche nella preparazione dei disegni da esporre in gelateria, segnali forti per tutta la cittadinanza, e sono stati molto partecipati i Caffè pedagogici dedicati ai genitori. Il bilancio delle edizioni alle quali abbiamo partecipato è molto positivo, la nostra fiducia è stata sempre confermata. Gli adolescenti chiedono risposte ai loro bisogni, e serve collaborazione tra scuola, famiglia ed altre agenzie educative: progetti come questo aiutano a creare una rete, perché gli adolescenti tendono a sfuggire, è un’età vulcanica, piena di tutto, con un gran bisogno di autonomia, ma impaurita. L’importante è aver fiducia e speranza nel futuro che sono i ragazzi: le loro potenzialità sono di gran lunga maggiori delle problematiche.