Anche le favole sono state una strategia per aiutare gli studenti a capire, condividere domande, formulare soluzioni.
Sulle pendici del Montblanc dormiva un bel paesino, Otàleg, i cui abitanti vivevano in armonia, curavano le proprie vaschette ed il Carretto nella piazza principale, dove si ritrovavano per le Feste comandate. Tanto “errava l’armonia per quella valle” che ben presto cominciarono ad arrivare gusti strani, anche di paesi lontanissimi.
E fu così che ad Otaleg capitò Variegato, un gelato variegato al caffè, proveniente dalla Colombia, che si vergognava moltissimo delle sue strisce nere e avrebbe preferito essere un gusto classico. Una mattina che vide far capolino dalla vaschetta di fronte alla sua un gelato alla crema, tutto lucente e biondo, il variegato si mise a colare, e colò lacrime amare (si fa per dire) per un giorno e una notte, non solo: qualcuno avrebbe potuto scambiarlo per Banana tanto era giallo d’invidia.
Un giorno, in fila dal mantecatore, iniziò a leggere uno strano libro pieno di gusti insoliti di gelato che il gelatiere aveva appoggiato sul carretto.
“… Nella realtà, tutti i gelati che si mantecano nello stesso modo, ci fanno apprezzare solo una parte di mondo, sempre la stessa, non ci comunicano niente di diverso.
Solo chi si manteca in modo diverso guarda il mondo in un altro modo e può allargare il suo campo visivo. Bisogna mescolare quindi i gusti, cambiare gli abbinamenti, guardare il mondo con gli ingredienti degli altri.”
“Ma guarda questo Bruno Munari… di sicuro un Gelataio coi ciuffi (di panna)!” pensò Variegato.
Così, mentre prima era stato scontroso e solitario, incominciò a chiacchierare con i vicini. Scoprì allora che pochi apprezzavano i propri ingredienti appieno e che nessuno osava guardare il mondo con gli occhi degli altri.
Cioccolato diceva: “Guarda me che vengo direttamente dal Sudamerica come sono abbronzato, invece qua si gela dal freddo! Siamo in mezzo ai monti!”
E Puffo: “Io sono ridicolo, sono pieno di palline colorate! Peccato perché il mio vestito azzurro è così lucente!”
“Io non capisco perché ho tutti questi semini sparsi…” si lamentava Fragola.
“E io allora? Ho noci dappertutto che mi danno fastidio… povera me!” Piagnucolava Noce.
Suo cugino Limone, anche lui di Sorrento, invece si vantava: “Io, eh, sono giallo come il sole, più lucido di panna!” “Non c’è bisogno che mi attacchi, già mi confondono con altri gusti! Sono sempre solo e per giunta sono un gusto antico, non alla moda!”
Nocciola crocchiava: “Guardami: sono fatto con nocciole delle Langhe!”
“Pensa a me, che vengo dall’Australia, quanta strada ho fatto! – rispondeva Mango, tutto giallo ed impettito. “Ma stai zitto! Guarda la mia situazione, invece, io sono sempre sulla bocca di tutti, poi a me non piace neanche il cioccolato mentre è il mio ingrediente principale!” strillò Bacio.
S’intromise Menta, un po’ imbarazzato: “Ma non litigate per sciocchezze! Invece guardate il mio problema: ho sempre la nausea, e ci credo! Il carretto va a destra a sinistra su giù, sembra che siamo su delle montagne russe…”
A questo punto intervenne Caffè: “Pensa a me che sono un gelato marroncino e vorrei essere Variegato… Che invidia!”
“Ma dico, tutti si lamentano e io cosa dovrei dire per il mio colore fuxia?- azzardò Amarena.
“E allora guardate me: con tutti questi pinoli sembro un porcospino!” ribattè Pinolo.
“E cosa dovrei dire io? con tutti questi canditi mi sento tanto addobbata e pesante che vorrei essere un gusto senza niente, come Panna” sentenziò poi, col suo meraviglioso accento, Cassata siciliana.
Pistacchio di Bronte aggiungeva: “Tutti si lamentano che sono troppo verde ma non sanno che sono solo invidioso di Yogurt greco che sta con Frutta spagnola!”, Frutta incalzava: “Uffa!mi sono stancata di stare sempre con quello Yogurt, vorrei andare a visitare anche altri gusti!”.
“Antipatica di una Frutta! Dove lo trovi un altro gusto come me che vengo direttamente dalla Grecia?” si lamentava ferito Yogurt.
Cocco intanto, tutto tremante, balbettò: “Io, bbbbrrrrrr, che sono abituato, bbbrrrrr, ai paesi tropicali e a stare al calduccio, bbbbrrrrrrrr, devo vivere in questo monte innevato e al freddo e al gelo, bbbbrrrrrrr?”
“E io allora? Mi piace così tanto il latte bollente e invece qui si gela!” aggiunse Biscotto.
Banana al solito protestava: “Prima ero bello e biondo come il sole e adesso guardatemi: sono tutto impallidito! Tra un po’ ci ritroviamo Babbo Natale, da quant’è freddo!”
Insomma non c’era gusto nel paese che fosse contento di se stesso.
Un giorno venne indetto il concorso “Un gelato per amico” cui tutti gli abitanti di Otàleg intendevano partecipare. Variegato si mantecò a lungo pensando alle sue strisce quasi nere ed alla possibilità di divenire il “Gusto dell’amicizia”. Ma che caratteristiche doveva avere?
Buono? Certo.
Fresco? Anche.
Ma qualcosa gli sfuggiva…
“Trovatooooo!!!!!” ersclamò, e corse fra gli altri concorrenti.
“Gusti, ascoltate!
Purtroppo non sono un gelato tutto bianco e lucente, nè di un colore insolito, e neppure accompagno la frutta …sono solo un gelato bianco a bande nere.
Certo, alcuni di voi hanno molto da dire, senz’altro più di me che sono solo un variegato, venite da paesi così belli e diversi, ma per vincere il trofeo c’è solo un modo: riuscire ad essere sul cono in amicizia ed armonia con gli altri gusti, il che rende il mondo è più grande e bello, ed è questo l’unico gusto dell’amicizia!” così disse, e da quel momento, anche se non avesse vinto, avrebbe guardato il mondo con occhi diversi.
Prof. Barbara Andreetto e la classe I B – Bertola (con il contributo di Guardiamoci negli occhi di Bruno Munari).