Sorpresa inaspettata
L’anno 2009/2010, anno della terza edizione, abbiamo vinto il premio nazionale Sodalitas per la responsabilità sociale d’impresa nella categoria “partnership con la comunità”. Da tempo collaboro con l’associazione Figli del mondo ed è proprio Patrizia Drudi a segnalarmi il concorso e ad aiutarmi a rispondere al bando. La notizia del conferimento del riconoscimento ci riempie di soddisfazione, prepariamo un breve video illustrativo e andiamo a Milano a ricevere il nostro attestato. La nostra delegazione è composta da Claudia Pari e Gianluca Mosconi, che per l’occasione vestono la loro divisa di gelatieri, Patrizia Cecchi e Mario Galasso assessore ai servizi sociali della Provincia di Rimini. Il premio ci dà slancio, ci rafforza nella consapevolezza dell’utilità del nostro lavoro. Ormai il dispositivo è sufficientemente consolidato e affrontiamo l’espansione grazie ai gelatieri che via via incontriamo e conosciamo. Così in questa terza edizione coinvolgiamo le scuole Alighieri/Fermi e Bertola di Rimini, con le insegnanti Selva Settimia e Zaghini Nadia, la scuola media di Riccione con Maria Libera La Vigna che, negli anni successivi, elaborerà una bella evoluzione del progetto, Laura Tartaglia di Verucchio e, ancora una volta, una scuola elementare, quella di Misano Adriatico con la maestra Rita Villani. In totale sei classi, tutte impegnate in un laboratorio teatrale, che a Sigep si scambiano il lavoro svolto.
Dalla quotidianità alla messa in scena: capire la realtà, con il teatro
Per quanto riguarda il laboratorio teatrale, il prodotto finale è sempre più spesso una raccolta di singoli sketch, che impegna i singoli ragazzi, in piccolo gruppo, a dare voce a ciò che ha catturato la loro attenzione o la loro fantasia: piccole aggressioni fisiche che si verificano sul pulmino piuttosto che nell’ora dell’intervallo, piccoli furti, maldicenze, esclusioni; ma anche esperienze “ specchio” che coinvolgono gli adulti. Ad esempio in un caso rappresentano una scena di questo tipo: confusione in classe, arriva la preside che domanda “che succede qui” e la bambina che rappresenta l’insegnante dice: “ci sono qui due ragazzini che mi danno dei problemi”; per tutta risposta la preside, dopo aver sbraitato nei confronti dei bambini, dichiara”Si vede che lei è nuova” e proprio in questo modo offende l’insegnante privandola della propria autorità di fronte a tutti gli altri. In realtà questi bambini dicono della relazione fra di loro ma dicono anche della relazione con gli adulti. In un’altra storia, ad esempio, mettono in scena un’aggressione tra bambini e a un certo punto arriva un padre, blocca il ragazzino che era stato aggressivo e dice al proprio figlio o figlia: “Dai, lo tengo fermo, adesso menalo tu”.
Il bullismo, nelle improvvisazioni teatrali e nei disegni, è ancora aggressione fisica o verbale, avviene in presenza; gli adulti non sono visti come punto di riferimento e in alcuni casi sono rappresentati come pessimi esempi.
La formazione a distanza
Il numero delle gelaterie aderenti e grazie a Rita Gatti facciamo conoscere il progetto a Claudia Montedoro di Isfol, un ente del Ministero del Lavoro che si occupa anche di formazione.
Con Isfol sperimentiamo una piattaforma di formazione a distanza, Isfolonline, che offre un modulo sul tema della responsabilità sociale e uno sul tema della comunicazione. Convinta come sono del valore insostituibile della formazione continua, coinvolgo alcune gelaterie nella formazione. Si tratta di una buona intuizione alla quale non riuscirò a dare seguito. Più il gruppo si allarga, infatti, più il progetto diventa complesso. Questo anno è importante per approfondire la conoscenza delle gelaterie, delle loro storie, delle strade attraverso le quali sono arrivati a questo mestiere. Sono affascinata dalla loro professionalità, dal loro sapere, le loro storie mi intrigano. Comincio a conoscere gelatieri laureati e quelli con tanti attestati di formazione. Tutti investono molto tempo in formazione e come tecnici presso aziende della filiera o Accademie di formazione. Mi è sempre più chiaro che il tempo è la loro risorsa scarsa e che ciò che mettono in “Non conGelateci il Sorriso” – spazi fisici e attenzione nella relazione con i bambini- è ciò che davvero possono e vogliono dare.