Nuove sfide per una nuova edizione
Nell’anno scolastico 2008/2009 siamo meglio preparati per realizzare la seconda edizione del progetto. Come organizzatrice sono attenta a coinvolgere progressivamente altre gelaterie in altri comuni e le relative scuole. Sono piena di entusiasmo, vorrei favorire una rapida espansione, far crescere i numeri. Insieme a Enrica Morolli, decidiamo che la scuola media è il ciclo di istruzione da coinvolgere e la sua scuola si impegna nella seconda edizione con l’obiettivo di modellizzare l’intervento. Conosco così la professoressa Caterina Piermattei, che sarà fondamentale compagna di sperimentazione in tante altre avvenute didattiche. Grazie ad altri progetti che realizzo con le scuole, contatto a Riccione la scuola media e la professoressa Emanuela Cicchetti che avevo avuto modo di conoscere e stimare. E accanto al laboratorio teatrale, decidiamo di usare lo sport come contesto di apprendimento di regole sociali. Accanto a Marcello Franca, che conduce il laboratorio teatrale, interviene Giovanni Mattoni, creativo titolare di una palestra e molto attento alla formazione dei ragazzi, che realizza nella classe della professoressa Corrada Raffaelli, un laboratorio sportivo. Le classi sono tre prime.
Sul ruolo del padre
In aggiunta alle attività spina dorsale del progetto – cioè il laboratorio teatrale, il caffè pedagogico e lo scambio dei lavori delle classi – decidiamo di realizzare a scuola un seminario a scuola con il prof. Meluzzi, dedicato al ruolo dei padri nell’educazione.
Non si tratta di fare la stessa cosa in un altro luogo
Intanto la rete delle gelaterie che sostengono il progetto si allarga ad otto e a Riccione il caffè pedagogico è ospitato nell’allora gelateria Creme Caramel. Vi prendono parte anche i vertici della scuola e ciò, mentre conferisce grande riconoscimento e risalto, riduce la spontaneità della partecipazione e l’efficacia del confronto. Diventa sempre più chiaro che il contesto qualifica la relazione e la comunicazione: non si tratta di fare la stessa cosa in un altro luogo ma di riflettere e relazionarsi diversamente su uno stesso problema.
Ciò che impariamo in questo anno ci accompagnerà nel tempo
1) Il laboratorio teatrale non è fungibile;
2) il progetto può accrescere a dismisura le attività che offre, espandendosi come un puzzle ma così facendo smarrisce l’identità che identifica la sua mission.
3) Gli elaborati dei ragazzi, ancora in forma di disegni e slogan, approdano nelle otto gelaterie questa volta incollati ad un Totem che ha i loghi del progetto. Nessuna gelateria lo apprezzerà perché occorre trovare uno spazio e, se il totem è collocato all’esterno, è necessario ricoverarlo la sera.
Si va a SIGEP
In questa seconda edizione Patrizia Cecchi, responsabile business Unit 1 di Rimini Fiera, ci dà l’opportunità di realizzare la conferenza stampa dei ragazzi durante la giornata conclusiva di Sigep. Per l’occasione realizziamo la “divisa del progetto”, una maglietta con la stampa della locandina “gusto bullo esaurito”. Saranno i ragazzi della scuola Alighieri Fermi a illustrare il lavoro svolto in classe e a sorprenderci per la maturità della loro riflessione. In questa edizione hanno prodotto una mappa cognitiva e mostrato i collegamenti tra il bullismo e le sue conseguenze. L’emittente La8 li intervista.
Nuove idee “succedono”
Perché non aggiungere il medium televisivo per veicolare i messaggi dei ragazzi? A partire da questa edizione il coinvolgimento dei media avrà lo scopo sia di promuovere il progetto tra le gelaterie e gli addetti ai lavori sia di diffondere quello che i bambini pensano a proposito di bullismo e modi per fronteggiarlo. Neanche a dirlo, la prima conferenza stampa viene realizzata proprio in gelateria, a Matisse.
Un goloso libretto degli assegni
Questa del 2009 è l’edizione di esordio del carnet “assaggi di amicizia”. Le gelaterie regalano gelato alle scuole nella forma di un carnet – ogni buono un gelato – che la scuola vende al suo interno e introita nel proprio bilancio il ricavato. In questo modo la scuola si ritrova l’anno dopo risorse economiche per realizzare attività similari, le famiglie e i bambini hanno una ulteriore motivazione per recarsi nelle gelaterie del progetto e prendere visione del lavoro dei compagni. Nel tempo il ricavato di “assaggi di amicizia” è stato lasciato alla libertà di utilizzo di ciascuna scuola, benché nella fase iniziale sia servito per sostenere le spese derivanti dalla crescente partecipazione delle classi.